whabi sabiIn questo lavoro intrapreso con il cioccolato ci siamo ispirate alla filosofia whabi sabi, che trae dalla natura le sue lezioni fondamentali: nulla è perfetto, nulla è permanente, nulla è completo.
Non a caso gli oggetti whabi sabi sono spesso visti come rustici perché appaiono al primo impatto asimmetrici, rozzi, semplici, con superfici ruvide, irregolari e di colore non uniforme.
Occorrono sensibilità ed esperienza per essere in grado di apprezzare pienamente il valore estetico.
Definiamo ciò che facciamo ima yaki (oggetti di adesso); la lavorazione tutta manuale ci permette di realizzare oggetti volutamente imperfetti.
Proprio l’accettazione delle piccole imperfezioni nel processo creativo ci consente di ottenere come risultato un prodotto ben diverso da quelli artificialmente perfetti, sterili e omologati, tipici della produzione di massa.
Al contrario un oggetto che sposa questa filosofia sarà elegante e in grado di comunicare emozioni.
Esprimiamo la nostra arte con semplicità, il che significa il raggiungimento del massimo effetto con il minimo mezzo.
La bellezza e’ quindi intimamente intrecciata con l’imperfezione e la caducità delle cose. Lo si potrebbe definire un esercizio volontario di inversione percettiva. Un concetto di bellezza discreta introdotta in modo casuale, ma mai simbolica e intenzionale.

 

This work undertaken with chocolate was inspired by the wabi-sabi philosophy, which takes from Nature its fundamental lessons: nothing is perfect, nothing is permanent, nothing is complete.
It is no coincidence that wabi-sabi objects are often seen as ‘rustic’ because at first glance they look asymmetrical, rough, simple, with irregular surfaces and uneven colour.
Sensitivity and experience are needed to fully appreciate the aesthetic value.
So what we do can be defined as ima yaki (contemporary ware)- the 100% manual processing that allows us to make deliberately imperfect objects
The acceptance of small imperfections in the creative process leads us to obtain a product quite different from those artificially perfect, ‘empty’ and uniform, typical of mass production.
On the contrary, an object that embraces this philosophy is elegant and capable of communicating emotions.
We express our art with simplicity, which means achieving the maximum effect with minimum means.
Thus, beauty is intimately intertwined with the imperfection and transience of things. This can be defined as a voluntary exercise of perceptual reversal. A concept of subtle beauty introduced randomly, but never intentional and symbolic.